L’Archivio del Lavoro di Milano
Riceviamo e volentieri pubblichiamo in questa sezione un contributo di Debora Migliucci, vicedirettrice dell’Archivio del Lavoro di Milano, e di Sandra Barresi, archivista.
L’Archivio del Lavoro è un’associazione che si occupa di conservare le fonti della storia sindacale e di promuovere l’indagine storica ed economica del mondo del lavoro ed è diventata nel corso degli anni, ampliando le sue competenze e le reti di collaborazione, un punto di riferimento per la raccolta di documentazione sul movimento sindacale milanese e per la ricerca storica delle imprese.
L’Associazione, nata per conservare e valorizzare il patrimonio sindacale della CGIL di Milano e delle federazioni di categoria aderenti, vede come soggetti fondatori la Camera Metropolitana del Lavoro di Milano e quattro federazioni di categoria: SPI-CGIL, FILT-CGIL, FISAC-CGIL, FILCEM-CGIL (oggi FILCTEM-CGIL); inoltre vi aderisce la FIOM-CGIL.
Cenni storici
Nel 1974 la Camera del Lavoro di Milano decide di costituire il proprio archivio storico, al sesto piano della sede di corso di Porta Vittoria. Accanto all’archivio, progressivamente riordinato sulla base di criteri scientifici, si formano la biblioteca, l’archivio fotografico e un’ingente raccolta di manifesti e di contratti di lavoro, che costituiscono il nucleo originario attorno al quale si è poi sviluppata l’attività dell’Archivio del Lavoro.
L’Archivio della Camera del lavoro, riconosciuto nel 1976 di notevole interesse storico da parte della Soprintendenza archivistica per la Lombardia, viene inaugurato il 22 ottobre del 1976 alla presenza del sindaco di Milano, Carlo Tognoli e di numerosi docenti universitari.
Fin dalla nascita l’Archivio è caratterizzato da una forte apertura verso l’esterno, diventando presto un luogo di elaborazione e studio oltre che di conservazione dei documenti storici. Per gestire l’attività scientifica e formativa l’Archivio nomina dal 1976 una commissione scientifica che si affianca alla direzione nel garantire il necessario presidio accademico e l’autorevolezza presso il mondo universitario.
Nel 1993 l’Archivio si trasferisce nella sede attuale a Sesto San Giovanni nello stesso edificio della Camera del Lavoro. I locali, ricavati da un ex bocciofila e ristrutturati appositamente mantenendo la configurazione storica originale, ospitano l’archivio, la biblioteca, l’emeroteca, l’archivio fotografico, gli uffici e la sala studio.
Nel marzo del 1997 l’Archivio si trasforma in Associazione, mantenendo piena continuità con la storia precedente: la decisione di costituire un’associazione è legata alla necessità di dare all’Archivio un assetto istituzionale autonomo rispetto alla Camera del Lavoro di Milano, per garantirne indipendenza intellettuale e finanziaria, consentendogli di partecipare ai bandi pubblici per il finanziamento e di instaurare relazioni istituzionali esterne al sindacato.
Nei suoi 15 anni di attività l’Associazione Archivio del Lavoro si è distinta per il recupero degli archivi storici sindacali, per l’organizzazione di convegni, conferenze, lezioni, presentazioni di libri e ricerche, alimentando inoltre il dibattito culturale all’interno e all’esterno del sindacato.
Inventario dell’Archivio della Camera del lavoro di Milano
L’Archivio della Camera del lavoro di Milano consta di 370 buste per il periodo 1945-1981 e di circa 600 buste per il periodo 1982-2006. L’inventario appena pubblicato descrive la documentazione del periodo 1945-1981. Il termine cronologico ultimo, il 1981, è dovuto al fatto che in quell’anno si conclude il processo di riforma organizzativa della Cgil, che aveva visto come momento iniziale il convegno di Montesilvano del 1979.
Il primo nucleo di documenti, relativo agli anni ’40, ’50 e ’60, riguarda le carte della Segreteria, dell’Ufficio amministrazione e dell’Ufficio vertenze, conservate nei contenitori originali e delle carte dell’Ufficio organizzazione, del Centro studi di economia e di Solidarietà democratica, collocate in pacchi in modo disordinato.
Il primo intervento ha riguardato la schedatura a mano delle carte, che presentavano alcune lacune cronologiche, dovute non a incuria di conservazione, ma a mancanza di attenzione in sede di formazione dell’archivio. La documentazione si presentava in discrete condizioni.
Tenuto conto della disomogeneità in cui si presentava la documentazione, si è deciso di ricostruire uno schema per il riordino che rispecchiasse la struttura organizzativa della Segreteria e degli uffici camerali.
La divisione del materiale per competenza ha anche consentito di individuare le carte prodotte dagli organismi dirigenti, tra cui la Commissione esecutiva e il Congresso.
Lo schema di classificazione nella sua versione definitiva risulta articolato in divisioni che ricostruiscono la struttura dell’ente a partire dagli organismi dirigenti di carattere politico (e più generali) quali il Congresso, il Consiglio generale delle leghe, l’Esecutivo e il Direttivo per arrivare alla Segreteria, della quale vengono individuati due principali ‘rami di attività’: uno, più tecnico, strutturato in uffici e l’altro più a carattere politico, strutturato in competenze.
Nel corso degli anni l’Archivio si è occupato sia di far confluire il materiale archivistico via via prodotto dalla struttura nella sede predisposta, sia di proseguire nel riordino dei diversi fondi qui collocati, fino ad arrivare, in tempi relativamente recenti, alla conclusione del riordino.
La segnatura della documentazione non avviene ovviamente su base annuale, ma i fascicoli sono quasi sempre pluriennali (nel caso di fascicoli per competenza) oppure tematici e seriali (nel caso, a esempio, di fascicoli riguardanti i congressi o i verbali degli organismi dirigenti).
All’interno di ogni partizione la numerazione dei fascicoli riparte da 1, seguendo un ordine cronologico sulla base del primo estremo, salvo diverse indicazioni riportate nella scheda struttura relativa; al termine di ogni partizione sono descritti gli eventuali fascicoli senza data. Alcuni fascicoli si presentano ulteriormente suddivisi (es. fasc. 1.1-2): i numeri dopo il punto indicano la presenza di sottofascicoli1. Le voci di classificazione o i fascicoli non consultabili sono evidenziati da un asterisco.
L’inventario è pubblicato da Unicopli: Inventario dell’Archivio della Camera del Lavoro di Milano (1945-1981), a cura di S. Barresi e M. Costa (Milano, Unicopli)