Libertà e coercizione: il lavoro in una prospettiva di lungo periodo, a cura di Giulia Bonazza e Giulio Ongaro (settembre 2018)
Collana: Quaderni
Il volume analizza i fattori sociali, culturali, politici, economici, giuridici e tecnologici che influiscono sulla diversificazione delle relazioni di lavoro e dall’altro, utilizzando una prospettiva di lungo periodo, l’obiettivo è di decostruire la visione storiografica che lega la modernità alla transizione da molteplici relazioni di lavoro al lavoro salariato, quale forma esclusiva di lavoro produttivo. La visione tradizionale della working class e il lavoro salariato vanno riconcettualizzati, come suggerisce Christian De Vito nel suo contributo, poiché hanno riguardato solamente una parte dei lavoratori e un determinato contesto geografico: il continente europeo. Dal XIX secolo ai giorni nostri plurime relazioni di dipendenza, servaggio e schiavitù persistono sia nel continente europeo che su scala globale. Ancora il volume ha il merito di far emergere come siano riduttive e vuote le tradizionali divisioni temporali utilizzate dagli storici del lavoro – mondo pre-industriale, rivoluzione industriale, capitalismo, fordismo e post-fordismo – senza porre attenzione al soggetto, “il lavoratore”. Un altro aspetto fondamentale è il rapporto tra libertà giuridica e condizione lavorativa del soggetto. Frequentemente la libertà giuridica non corrisponde a una condizione lavorativa libera del soggetto o a una migliore condizione lavorativa rispetto a un “non libero”, giuridicamente parlando, come lo schiavo.
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