Storicizzare la precarietà
Il gruppo nasce a seguito della prima Giornata di studi SISLav, tenutasi a Bologna nel novembre 2018. L’obiettivo iniziale era aprire un confronto fra studiosi di diverse epoche e aree geografiche sul problema storico della “precarietà” del lavoro e collocare percezioni e realtà di fine Novecento nel quadro di una storia globale di lungo periodo.
Punto di partenza è che la condizione di precarizzazione odierna nelle società “occidentali”, percepita generalmente come un regresso rispetto alla condizione del Novecento “maturo”, debba essere inserita in un quadro allargato ai mondi non occidentali e in un’ottica di lungo periodo.
Membri
- Nicoletta Rolla (coordinatrice)
- Omar Salani Favaro (coordinatore)
- Stefano Bartolini
- Eloisa Betti
- Nicola Deleonardis
- Mario Grassi
- Maria Grazia Meriggi
- Michele Nani
Finalità del gruppo
Il gruppo nasce a seguito della prima Giornata di studi SISLav, tenutasi a Bologna nel novembre 2018. L’obiettivo iniziale era aprire un confronto fra studiosi di diverse epoche e aree geografiche sul problema storico della “precarietà” del lavoro e collocare percezioni e realtà di fine Novecento nel quadro di una storia globale di lungo periodo.
Punto di partenza è che la condizione di precarizzazione odierna nelle società “occidentali”, percepita generalmente come un regresso rispetto alla condizione del Novecento “maturo”, debba essere inserita in un quadro allargato ai mondi non occidentali e in un’ottica di lungo periodo. Tenendo presente la necessità di contestualizzare le questioni nominalistiche relative a ogni epoca, ma senza togliere la possibilità di riflettere in termini di problemi generali, il gruppo si propone di interrogare cinque argomenti principali:
1) Lessico. Genealogia del “precariato” novecentesco e false o parziali continuità con il lessico storico del “precario”. Il precariato novecentesco si può identificare solo a partire dalla (in)stabilità e dall’assenza di continuità lavorativa? Pur senza ipotizzare false o parziali continuità con le altre epoche, è possibile a partire da ciò che era visto come precario nel passato (il supplicante, ad esempio), pensare a nuove domande per il presente e vedere a nuovi aspetti del precario di oggi?
2) Periodizzazione. In generale, la precarietà è qualcosa che è legata a un arco “breve” (dagli anni Sessanta a oggi) o a un arco più lungo (dagli albori del capitalismo cinquecentesco, se non dall’Antichità)? Esistono cesure e slittamenti? Sono comparabili? Sono connesse fra loro?
3) Ciclo economico (e non solo). Un aumento della quota di lavoro precario deriva dalle difficoltà “sistemiche” (governo del lavoro e concorrenza esterna) o contribuisce a produrle (ad esempio in ottica sotto-consumistica o di scadimento relativo del prodotto)? Il nesso fra precarietà e congiunture economiche è differente a seconda che si guardi al capitalismo industriale o ad altri periodi e altre aree geografiche. L’instabilità e le fluttuazioni sono diversi a seconda dei sistemi economici di riferimento e questo aspetto rende più complessa l’analisi di un eventuale nesso precarietà/congiunture.
4) Settori e società. Questo ambito vuole indagare se la precarietà sia trasversale a una società o se esistano esistono settori, lavori, carriere e ruoli “strutturalmente” precari; allo stesso tempo, ci si vuole confrontare sull’assenza o meno di un nesso fra precarietà lavorativa e precarietà abitativa, forme dimidiate di cittadinanza, differenze di genere, origine ed età, mobilità territoriale e povertà di relazioni sociali.
5) Autorappresentazione e lotte. L’interiorizzazione e la consapevolezza della precarietà è un ultimo punto di riflessione sul tema del lavoro precario. Come veniva rappresentata e vissuta? Le lotte di lavoratori e lavoratrici sono inoltre centrali per definirla e mutarla.
Il gruppo intende promuovere una discussione interdisciplinare e diacronica su questi temi dedicando una serie di seminari e incontri fra 2019 e 2020.