Stanley Rice, nato a Londra nel 1905, inizia la propria autobiografia affermando che la sua vita è stata “ordinaria, con tutti i suoi alti e bassi”. Un'affermazione che ai nostri occhi può apparire quantomeno riduttiva, considerando che nell'arco della sua esistenza egli aveva assistito a straordinari cambiamenti sociali, inclusi due conflitti mondiali. Stanley riteneva che la sua vicenda sarebbe stata di scarso interesse per la maggior parte dei lettori, non avendo raggiunto una grande fama o riconoscimenti degni di nota.

Rebecca Ball sostiene che è esattamente per tali ragioni che gli storici dovrebbero prestare maggiore attenzione a queste storie di vita ordinaria: infatti, le autobiografie possono ampliare la nostra conoscenza del passato rivelando esperienze che molto spesso rischiano di passare sotto traccia. Per tali ragioni, il libro non vuole fornire una storia sociale della classe operaia inglese, quanto piuttosto una ricerca intorno al tema della memoria, affrontato secondo un approccio di taglio microstorico. 

L'autrice è Lecturer presso la Manchester Metropolitan University.

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