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CFP La città al presente: temporalità e ritmi urbani in Europa occidentale, secc. XIV-XVII (scadenza 15 febbraio 2025)

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“Le temporalità sono un codice di lettura per comprendere lo spazio e rendere conto di un mondo complesso e contestualizzato”. Questa citazione della geografa Françoise Lucchini (2015) apre una lettura originale dello spazio urbano, considerato al ritmo delle sue stesse pulsazioni.

La città, in quanto spazio che si costruisce, si sviluppa, si vive e si pensa, è stata oggetto di numerosi studi, che hanno occasionalmente introdotto una dimensione temporale nelle loro riflessioni, permettendo di cogliere meglio le dinamiche della sua evoluzione e delle pratiche urbane. Tuttavia, va detto che il “senso del tempo”, colto nei ritmi quotidiani e nell'organizzazione pianificata dei luoghi, ha attirato maggiormente l'attenzione di geografi, urbanisti, sociologi e storici nel XIX e XX secolo. L'accelerazione del tempo determinata dall'industrializzazione, dalle grandi metamorfosi urbane che l'hanno accompagnata e dallo sviluppo di nuove tecnologie rende indubbiamente più facile impadronirsi di questo materiale sfuggente che è il tempo e forgiare, secondo l'espressione concepita da François Hartog (2003), un “regime di storicità” presentista, che si suppone specifico del periodo contemporaneo.

Questa espressione, come sappiamo, è talmente popolare che sembra ormai ovvio e indiscutibile che non solo il “presentismo” sia un fatto della nostra modernità, ma anche che dovremmo necessariamente dispiacercene. Tuttavia, le osservazioni di Peter Burke (2004), commentando le pionieristiche osservazioni di Jacques Le Goff sul “tempo del mercante”, ci invitano da diversi decenni a esplorare la materia viva delle città medievali e della prima età moderna, per comprendere meglio il significato della molteplicità delle temporalità che si concentrano in un unico luogo e ci costringono a interrogarci sul rapporto tra il “campo dell'esperienza” e gli “orizzonti dell'aspettativa” delle comunità medievali (Koselleck, 1979). C'è dunque un'altra storia culturale del tempo da scrivere, in cui hanno potuto affermarsi forme di presentismo diverse da quella che prevale oggi.

Questa, almeno, è l'idea alla base di questo incontro, che fa parte del progetto SNSF-Sinergia “Capturing the Present in Northwestern Europe (1348-1648)”. L'obiettivo è quello di catturare non solo la misurazione del tempo presente, ma anche il sentimento del suo trascorrere, che tanto turbava la mente di Sant'Agostino e di tutti coloro che cercavano di definirlo. La questione dell'esperienza soggettiva del tempo può sembrare banale. Ma collocarla in un contesto particolare, determinato da tanti parametri come i luoghi, gli status sociali, le età, le attività, le ambizioni individuali o collettive o gli imperativi politici ed economici, ecc. le conferisce tutta la sua ricchezza e soddisfa i desideri di Marc Bloch, per il quale la storia deve avvicinarsi “al momento umano in cui queste correnti si stringono nel potente nodo delle coscienze” (Bloch, 1949). Nel confronto offerto da una vasta Europa urbana occidentale, che supporterà gli studi più specificamente dedicati alla sua parte settentrionale, per coglierne le specificità, l'obiettivo di questo incontro è osservare gli abitanti delle città coinvolti nel gioco delle molteplici temporalità che li attraversano e che alimentano il loro senso di appartenenza o di esclusione da diversi gruppi sociali.

Come vivono il presente gli abitanti delle città (e anche coloro che le attraversano)? Come condividono questa esperienza individuale all'interno delle comunità a cui fanno riferimento o a cui sono assegnati? Possiamo parlare di comunità temporali , modellate dai contorni di un gruppo sociale, di un'appartenenza politica o di una fede condivisa? Qual è la base culturale di questa comprensione e rappresentazione del presente, considerato tanto per se stesso quanto per il passato che sintetizza e il futuro che annuncia? Queste sono solo alcune delle domande da affrontare. I ritmi quotidiani, la dinamica degli eventi, il tempo intimo, il controllo del rischio e l'impatto degli incidenti, la sospensione dell'azione: sono solo alcune delle prospettive che permetteranno agli storici delle fonti pratiche, della letteratura e delle immagini di esaminare la città come viene vissuta e pensata nel presente di coloro che la abitano.


Come candidarsi

I ricercatori che desiderano partecipare a questo incontro devono inviare un breve CV, un titolo e una sintesi di 300 parole della loro proposta di lavoro a :

  • elodie.lecuppre@univ-lille.fr
  • sebastian.hackbarth@univ-lille.fr
  • annefrederique.provou@univ-lille.fr

entro il 15 febbraio 2025

Lingue: francese/inglese (è auspicabile una conoscenza passiva del francese per alimentare gli scambi).

Discipline: Storia, storia dell'arte, letteratura, storia ambientale, storia delle emozioni, studi di genere, archeologia.


Comitato scientifico

  • Jan Blanc (Università di Losanna)
  • Thalia Brero (Università di Neuchâtel)
  • Estelle Doudet (Università di Losanna)
  • Elodie Lecuppre-Desjardin (Università di Lille)
  • Marije Osnabrugge (Università di Losanna)
  • Marc Boone (Università di Gand)
  • Marie Bouhaïk (EHESS), Matthieu Caesar (Università di Ginevra)
  • Ingrid Falque (UC Louvain-la-Neuve)
  • Gaëtane Maës (Università di Lille)
  • Mélanie Traversier (Università di Lille)
  • Mathieu Vivas (Università di Lille)
  • Alexis Wilkin (Università Libera di Bruxelles)
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