Dalla presentazione di Fabrizio Loreto, professore dell'Università di Torino, direttore del Festival ed ex presidente della SISLav:
«“La città del lavoro” è quel luogo ideale che ci hanno indicato, quasi ottanta anni fa, le nostre madri e i nostri padri costituenti. Dove il lavoro è fondamento della democrazia: perché è il primo dei diritti sociali di cittadinanza, cioè il mezzo principale che trasforma ogni persona in un cittadino libero e sovrano; e perché, inteso in senso collettivo, è il motore che assicura il benessere della nazione, producendo non solo ricchezza economica ma anche, e soprattutto, sicurezza sociale.
Come qualsiasi città ideale, anche la città del lavoro è un’utopia: molto difficile da realizzare, ma non impossibile. Ecco perché la storia delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso il racconto e l’analisi delle fatiche quotidiane così come delle occasioni di riscatto, individuale e collettivo, che si sono succedute nel corso del tempo, continua a restare decisiva per porsi le domande giuste nel tempo presente. E anche per provare a guardare al futuro con rinnovata fiducia.
In oltre quaranta anni di attività, il Centro di Documentazione sindacale “Adriano Massazza Gal” ha indagato e valorizzato la storia del lavoro nel Biellese: sia attraverso progetti tradizionali di ricerca storica, anche grazie all’utilizzo del suo straordinario patrimonio archivistico e bibliotecario, sia attraverso percorsi originali e innovativi, come raccolte di testimonianze orali, documentari, mostre, cataloghi, podcast. È stata ed è un’attività culturale ampia e variegata, che ha contribuito a porre il Biellese in una posizione di rilievo nel panorama nazionale per lo studio della storia del lavoro e dell’impresa.
Per questo pensiamo che Biella possa essere una “città ideale” per ospitare un Festival di storia che abbia al centro il lavoro. Tale sfida nasce dal desiderio di dare vita a un evento che porti il territorio a diventare un punto di riferimento su questi temi. Con un duplice obiettivo: valorizzare i numerosi attori e le diverse esperienze (archivi, biblioteche, centri di ricerca, fondazioni, istituti) che il territorio ha sviluppato nel corso degli ultimi decenni; attualizzare i contenuti di questa storia affascinante e ricca, fatta - come ogni storia - di momenti di progresso e arretramento, di continuità e rotture, di traversie e opportunità.»
Prof. Fabrizio Loreto
Università di Torino
direttore del Festival