Il declino dell’industria carbonifera britannica non ha cancellato la figura del minatore dall’immaginario collettivo. Spesso rappresentati come proletari tradizionalisti legati a un settore morente, i minatori sono stati visti come protagonisti di una battaglia disperata contro il governo Thatcher e il cambiamento storico stesso.
In questo studio, Jörg Arnold sfida tale lettura e, attraverso nuove fonti d’archivio, riconsidera il ruolo dei minatori nell’era della deindustrializzazione. L’autore mostra come essi abbiano attraversato una parabola ciclica – da sconfitti a vincitori e viceversa – e restituisce centralità al "nuovo inizio" degli anni Settanta, quando il Plan for Coal (1974) sembrò rilanciare il settore. Anche se di breve durata, questo passaggio amplificò il significato politico e culturale della lotta dei minatori.
I minatori si trovarono al centro di visioni contrastanti del futuro, incarnando alternativamente il ruolo di eroi e nemici, simboli di un passato proletario e avanguardie del socialismo. La loro condizione oscillava tra l’aspirazione a una vita ordinaria e l’investitura di un potere speciale, una tensione resa drammaticamente evidente nello sciopero del 1984-85.
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